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Ciao Professore.

Giorno 10 aprile 2009, venerdì Santo ho appreso della scomparsa del mio caro Professore.

Caro Professore, spero di farle onore da quaggiù mettendo in pratica tutto quello che lei mi ha sapientemente insegnato.

Sono onorato di essere stato suo allievo, collaboratore e amico. Lei mi ha insegnato a perseguire l'obiettivo con tutte le forze ma sempre nel rispetto di tutte le regole tecniche ma ancor più umane. Mi ha aiutato a crescere come professionista e uomo e di questo gliene sarò sempre eternamente grato.

La ricorderò sempre per quel suo detto "U issu e mezzu mastru" che per anni le ha fatto compagnia suggerendole importantissimi e preziosissimi spunti per le sue ricerche.
Non dimenticherò mai la sua dedizione al lavoro e alla ricerca come essenza stessa del vivere in armonia con la natura.
Non dimenticherò mai come una forma spontanea, quale è una bolla di sapone o la foglia di una pianta o ancora il guscio di un uovo possano essere delle vere e proprie strutture sottili portanti, dimostrando che la soluzione ad un problema apparentemente complesso stia molto spesso nelle cose che ci circondano.
Non scorderò i suoi insegnamenti circa la maestria con cui i nostri avi amassero lavorare una materia prima povera qual è il gesso, l'unica che potessero avere in abbondanza e senza problemi in una terra come la Sicilia, per costruire le proprie abitazioni.

La ringrazio per avere sempre creduto in me, le vorrò sempre un gran bene e non la dimenticherò mai.

Con affetto, Giovanni.

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